Contatti di Stampa
SISU News Center, Office of Communications and Public Affairs
Tel : +86 (21) 3537 2378
Email : news@shisu.edu.cn
Address :550 Dalian Road (W), Shanghai 200083, China
Notizie Relative
Sulle tracce degli arabi in Sicilia
19 December 2022 | By itadmin | SISU
Se visitando alcune città della Sicilia, come Palermo e Trapani, vi sembrerà quasi come se foste in una città tunisina o del Marocco, non dovrete stupirvene perché questa grande isola del Mediterraneo è stata per circa 2 secoli sotto il dominio della dinastia musulmana aglabita (o aghlabita, dal nome del suo capostipite: Ibrahim ibn al-Aghlab). La conquista araba della Sicilia viene fatta iniziare secondo i libri di storia nel 827 d.C., dopo che un ufficiale al servizio dell’Impero di Bisanzio si era ribellato fuggendo in Tunisia per chiedere aiuto alla dinastia aglabita che organizzò delle spedizioni per strappare all’esercito bizantino il controllo dell’isola. Il conflitto fu lento e difficoltoso ma, al suo termine, le dinastie musulmani che si succedettero a quella aglabita poterono dare inizio un periodo di pace, ricchezza e sviluppo culturale.
(Assedio di Siracusa, 878 d.C.)
Nonostante la permanenza degli arabi in Sicilia non sia stata troppo duratura (dall’827 al 1106 d.C.), questo popolo ha lasciato molte tracce importanti di sé sia nella vita quotidiana che nella cultura dell’isola.
Parlando di vita quotidiana, è doveroso fare due esempi: la lingua e il cibo. Per quanto riguarda la lingua, sono tante le parole del dialetto siciliane odierno che hanno origine araba. Ad esempio, nel siciliano di oggi si dice ancora saja, senia e gebbia per indicare elementi costruttivi precisi degli impianti di canalizzazione idrica. Questo perché gli arabi, oltre a portare in Sicilia conoscenze di matematica e medicina, portarono anche elementi di grande innovazione nel mondo agricolo. Continuando a parlare di agricoltura, oggi non potremmo gustare alcune delle maggiori delizie gastronomiche della Sicilia, come il cuscus trapanese e la crema di pistacchio, se prima gli arabi non avessero introdotto in Sicilia la coltivazione del pistacchio e di una nuova tipologia di grano.
Parlando di cultura e, in particolare di arte, non possiamo non parlare dell’architettura in stile arabo che possiamo ancora ammirare oggi camminando per le strade di molte città siciliane. Se si cammina per il centro storico di Mazara del Vallo (la prima città dell’isola ad essere stata conquistata), ci si perde in un labirinto di vicoli in cui piccoli negozi vendono spezie e frutta proprio come una kasbah tunisina. In provincia di Trapani, invece, si erge ancora immobile il Castello di Calatubo, l’antica fortezza che era destinata alla produzione e al commercio dei cereali. A Palermo, infine, le tracce arabe diventano Patrimonio dell’Umanità. Qui, non solo antiche targhe scolpite in pietra decorano i muri dei palazzi e indicano con scritte in arabo i nomi delle vie, ma si possono trovare giardini con palme e alberi orientali profumati, come i melograni. Ci sono anche le famose cupole rosse (o qube in arabo) di San Giovanni degli Eremiti e San Cataldo, un complesso di chiese “atipiche” proprio per il loro stile architettonico orientaleggiante e che rivelano la presenza di una più antica moschea del X secolo.
(Partendo dall'alto, Kasbah di Mazara del Vallo, le cupole rosse di San Giovanni degli Eremiti, Palazzo della Zisa)
Contatti di Stampa
SISU News Center, Office of Communications and Public Affairs
Tel : +86 (21) 3537 2378
Email : news@shisu.edu.cn
Address :550 Dalian Road (W), Shanghai 200083, China