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Habemus Papam: tra storia e cultura
12 May 2025 | By itadmin | SISU
L’8 maggio è stato eletto il nuovo Papa della Chiesa cattolica, il cardinale statunitense Robert Francis Prevost. L’elezione del Papa è un evento carico di simbolismo, accompagnato da espressioni latine e rituali secolari. Per comprendere meglio questa tradizione, analizziamo alcune delle parole chiave legate a questo momento unico, che uniscono storia e cultura.
1. Habemus Papam – L’annuncio al mondo
Il significato di questa frase latina è “Abbiamo un Papa” e viene pronunciata dopo l’elezione del nuovo Pontefice. La formula completa è la seguente:
Annuntio vobis gaudium magnum: Habemus Papam!
Annuncio a voi una grande gioia: Abbiamo un Papa!
Curiosità:
Sebbene Habemus Papam sia una formula religiosa, il suo uso si è esteso al contesto quotidiano, spesso in tono ironico. Per esempio, può essere adattata per annunciare cose o decisioni (“Habemus idea!”, “Habemus pizza!”) spesso per sottolineare il realizzarsi di un fatto lungamente desiderato.
Il cinema e la letteratura hanno contribuito molto alla diffusione di questa espressione: ad esempio, il film Habemus Papam di Nanni Moretti uscito nel 2011, uno sguardo che affronta il dramma umano dietro l'istituzione con leggerezza e comicità.
2. Conclave: l’elezione segreta
Il termine deriva dal latino cum clave (“con chiave”) perché in passato i cardinali venivano rinchiusi a chiave per evitare influenze esterne. Oggi, il conclave si svolge nella Cappella Sistina, dove i cardinali votano in segretezza.
Curiosità:
Il conclave più lungo della storia durò quasi 3 anni (1268-1271)! Alla fine, i cittadini di Viterbo, dove si svolse l’elezione, scoperchiarono il tetto del palazzo dove erano riuniti i cardinali e li diedero da mangiare solo pane e acqua per costringerli a decidere!
Nel linguaggio comune, si utilizza spesso “conclave” per riferirsi a una riunione segreta di potere.
3. Fumata bianca/Fumata nera
Quando dal comignolo sul tetto della Cappella Sistina esce il fumo bianco, significa che il Papa è stato eletto. Il colore si ottiene bruciando le schede della votazione con cartone bianco e sostanze chimiche.
Curiosità:
Nel 1958, un errore fece uscire una fumata grigia, creando confusione: i fedeli non capirono se il Papa fosse stato eletto o no!
Dal 2005, oltre al fumo, si usano anche le campane per confermare l’elezione, evitando dubbi.
Nel linguaggio comune, si usa spesso l’espressione “fumata bianca” per indicare un accordo raggiunto, soprattutto in politica e nello sport.
4. La scelta del nome: significati e messaggi
La scelta del nome pontificale è una delle prime decisioni che un nuovo Papa deve prendere dopo l’elezione. Non è un semplice atto formale, ma un gesto carico di significato, che può rivelare le sue priorità, il suo stile di governo e persino un messaggio per la Chiesa e il mondo.
Curiosità:
L’usanza risale al VI secolo: il primo Papa a cambiare nome fu mercurio (533-535), che scelse Giovanni II perché il suo nomer pagano era inappropriato per un pontefice.
Non ci sono regole fisse per la scelta del nome, ma solitamente si sceglie un nome per onorare un predecessore stimato e mandare un messaggio:
Giovanni Paolo I (1978) e Giovanni Paolo II (1979-2005) hanno voluto ricordare i loro predecessori Giovanni XXIII e Paolo VI, due grandi riformatori della Chiesa.
Benedetto XVI (2005-2013) ha scelto il nome in onore di Benedetto XV (Papa della pace durante la Prima guerra Mondiale) e di San Benedetto da Norcia, il patrono d’Europa.
Francesco I (2013-2025) è stato il primo Papa a scegliere questo nome, ispirandosi a San Francesco d’Assisi, simbolo di povertà, umiltà e amore. Un chiaro segnale di riforma nella Chiesa.
E il nuovo Papa…?
Leone XIV sembra aver voluto onorare Leone XIII (1810-1903), uno dei pontefici più influenti della storia moderna, ricordato come un Papa riformatore e visionario che, tra le tante cose che ha fatto, ha anche lottato per difendere i diritti dei lavoratori contro le ingiustizie del capitalismo industriale. Questo nome onora anche Papa Leone Magno (V secolo), che fermò Attila durante l’invasione dei cartaginesi e divenne un simbolo di fermezza e forza.
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