Oggi siamo in Molise, una regione del sud Italia.

Scopriremo il Castello Monforte, monumento nazionale e simbolo della città di Campobasso.

Il castello deve il suo nome al conte Nicola II Monforte, dei Monforte-Gambatesa, che nel 1848 lo restaurò, in seguito al terribile terremoto che colpì la città nel 1456. Il maniero del capoluogo molisano, secondo molti studiosi, è di origine normanna, costruito in pietra per sostituire una torre lignea longobarda.

L’imponente castello, che sovrasta la cima del monte della città, si presenta come un massiccio quadrilatero con torrioni circolari posti agli spigoli e con una gran torre rettangolare, il mastio; le poche finestre, di forma quadrata, si collocano ad uguale distanza e i muri terminano con merli guelfi.

L'interno del castello è molto scarno: esso presenta un grande spazio vuoto chiuso dai muri dove sono visibili le divisioni in piani e le tracce delle scale. Salendo la spoglia gradinata si arriva sulla terrazza dalla quale si ammira un panorama ampio e suggestivo, da cui si vedono i resti delle mura osco-sannite, il borgo antico, la città di Campobasso e i tanti paesini intorno.

Particolarmente interessanti sono i sotterranei del castello, che coprono un'area pari a quella della superficie. La funzione dell'area dei sotterranei è ancora oggi sconosciuta, ma si pensa che possa essere stata un deposito di cisterne, un carcere, oppure un rifugio durante le battaglie.

Nel XVII secolo, il castello restò disabitato e sempre più diroccato, e venne successivamente usato come camposanto provvisorio nel XIX secolo. Nel 1858, venne valutato 64 ducati e dopo lunghe trattative fu acquistato dal comune il 10 ottobre 1861.