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Compito di Scrittura di studentessa del secondo anno


19 June 2018 | By Veronica Liu | SISU

Se io fossi un’emigrante...

Non è mai una cosa facile per ognuno lasciare dietro la sua famiglia e la sua patria, neanche accomodarsi a un ambiente vero e proprio sconosciuto. La nostalgia, la discriminazione, la fatica del lavoro... Uno qualunque di questi dolori potrebbe abbatterci. Sradicando dalla terra d’origine, un emigrante sembra una pianta avvizzita senza la nutrizione della propria cultura.

   Tuttavia, e se ci fosse qualcosa di ancora più orribile nella cosiddetta patria? I rifugiati siriani, che hanno avuto un paese bello e pace, sono costretti a scappare fuori della loro patria a causa degli attacchi incessanti. Nello stesso tempo, tutti gli emigranti italiani si recarono per le Americhe dall’Ottocento al Novecento a causa dell’insufficienza di soldi per tirare avanti le famiglie. Anche se affrontano numerose difficoltà, addirittura il pericolo della vita, niente può fermarli. Perché? Perché non c’è più speranza in quel territorio dietro di loro, ma ce ne sarebbe un raggio in quello avanti. Noi, l’umanità, abbiamo l’istinto di grippare una possibilità su mille di vivere una vita migliore, per cui altri dolori sono sopportabili.

   Se io fossi un’emigrante di quel periodo, avrei portato una foto della famiglia per alleviare la nostalgia e un libro classico cinese per collegarmi alla propria cultura. Credo che il diario fosse un oggetto con cui avrei potuto sfogarmi. Avrei scritto le lettere sebbene la mia famiglia non potesse riceverne tutte. Per facilitare l’interazione con gli altri, è necessario imparare a parlare la lingua locale in qualunque periodo.

   A proposito di quelli che possiedono una bella fortuna, come quegli attori e gli uomini d’affari, l’emigrazione ai paesi sviluppati è un simbolo di raggiungere un livello più alto nella vita. Da una parte, alcuni pensano che li aspettino le strade più pulite e la gente più cortese, o più precisamente, i completi benesseri sociali. Mi pare che io non possa fare fortuna, quindi non potrei comportarmi come dice la frase latina “ Carpe Diem.” Invece, aspetto un giorno quando il mio paese potrà offrirmi una vita migliore, per cui lavorerò con impegno. Da l’altra parte, alcuni vorrebbero espandere il loro giro d’affari e mirano al mercato estero. Una cittadinanza locale può offrire certa convenienza.

   Tutto sommato, ognuno ha la propria opinione sull’emigrazione. C’è una mescolanza di quelle positive e negative. Però non fa niente male il desiderio di vivere una vita migliore. 

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