Leonardo da Vinci è stato uno degli artisti più poliedrici e brillanti mai esistiti. Tra moltissime altre, spiccano le sue capacità nel campo della MATEMATICA.

Leonardo si appassiona al mondo dei numeri e delle proporzioni quando incontra il matematico Luca Pacioli a Milano, che lo inizia agli studi di Archimede ed Euclide. Nonostante prima di allora avesse difficoltà anche con l’aritmetica elementare, grazie a questa amicizia rimane affascinato dalle regole della geometria e soprattutto dalla “sezione aurea”, da lui chiamata invece “divina proporzione”.

Leonardo concepiva la geometria come chiave per interpretare la natura. Questa sua comprensione geometrica della realtà gli permetteva di partire da un dato reale, di capirlo matematicamente e di riprodurlo attraverso un’immagine tridimensionale di impressionante precisione.

Molte delle sue opere riflettono questa concezione matematica, la più nota delle quali è sicuramente “L’uomo Vitruviano”. In questo disegno l’uomo si trova perfettamente all’interno di due strutture geometriche che rappresentano la creazione: il quadrato rappresenta la Terra, mentre il cerchio l’Universo. Leonardo ha voluto così spiegare che l’uomo entra in contatto con le due figure in modo del tutto proporzionale e ciò rappresenta la natura perfetta della creazione dell’uomo in sintonia con Terra e Universo.

Grazie al suo minuzioso studio delle proporzioni, Leonardo era in grado di disegnare solidi poliedrici con una precisione mai vista a quell’epoca. Uno dei suo disegni più perfetti è il mazzocchio. Al contrario dei suo predecessori, egli non disegna solo il volume e le superfici esterne, ma anche le facce e gli spigoli interni. In questo modo riusciva a fare emergere dettagli della figura che in tutte le altre rappresentazioni rimangono nascosti. Per disegnarlo utilizzò un metodo molto comune: disegnare solamente metà del solido e ricalcare la seconda metà praticando dei forellini.

Leonardo fu così abile in questo tipo di rappresentazioni che il matematico Luca Pacioli gli commissionò i disegni del celebre trattato De Divina Proportione (1497).